domenica, maggio 18, 2008

Sangue - La morte non esiste


Anno: 2005
Origine: Italia
Regia, Sceneggiatura,
Montaggio: Libero de Rienzo
Musiche: Giardini di Mirò
Interpreti: Elio Germano, Manuela Barilozzi,
Luca Lionello, LIbero de Rienzo
Produzione: Nitrofilm, Mikado, RaiCinema
Durata: 104 min.


Sangue - La morte non esiste è un insight in due giorni della vita di Stella e Iuri, due ragazzi poco più che ventenni, fratelli da parte di madre. Stella e Iuri hanno un rapporto molto complesso, che va al di là dell'incesto. Lui è dipendente da lei, e lei lo sa. Per questo ha dei fortissimi sensi di colpa quando viene accettata in una scuola di danza di New York. Al centro della prima parte, "Il racconto di Stella", c'è proprio questo strano rapporto, visto nella "giornata più lunga della mia vita", come dice la ragazza. E la giornata termina con un rave, nel quale Stella e Iuri litigano e poi si separano. Cominciano così un "viaggio" del tutto personale, al limite tra la realtà e il trip, che costituisce la seconda parte del film, "La paura di Juri". Lei incontra una specie di Guru, lui invece uno strano individuo spagnolo che segna il punto di svolta nella sua vita. Con poche parole, questo personaggio fa capire a Iuri che la sua più grande paura, quella di morire, è in realtà assurda perché quando sei morto non senti più niente. Nell'ultima parte del film succedono le cose più assurde, che non starò a raccontare perché vale la pena scoprirle a poco a poco guardando il film. E questo "epilogo tragicomico" è una scalata grottesca ma anche esilarante verso il climax finale, che lascia spiazzati e senza parole...

Il motivo che mi ha portato a scrivere la mia personalissima opinione su questo film sono le recensioni che ha ricevuto. Il primo film di Libero de Rienzo alla regia ha, infatti, ricevuto quasi esclusivamente critiche negative da parte del Morandini e dei maggiori siti del settore.
Il morandini, in particolare, descrive il film come
"Tutto irrealistico, appoggiato al grottesco, all'assurdo, allo spreco (hashish, museo d'arte contemporanea, rave party, lunghe corse in motorino) con risvolti compiaciuti di taglio espressionista, è un esordio in bilico tra l'ambizioso e il velleitario nei suoi giovanili e ingenui intenti di provocazione, con superbia destinato agli amici e ai “felici pochi”. Non spiega, esibisce. Non disegna i personaggi, ruba gli attori e, in un certo senso, li violenta."
E ancora: "
la troppa materia che il regista ci ha inserito, creando un’opera eccessivamente confusa, oltremodo ridondante e sovraccarica sia di contenuti, che quindi spesso appaiono come solo accennati ma non sviscerati a sufficienza, sia di linguaggio cinematografico la cui forse smodata variabilità visiva dona al film ancora più confusione e non pienezza espressiva."
(mymovies.it)

Allora io mi chiedo se hanno guardato lo stesso film che ho visto io. Molto più probabilmente si tratta di persone che con una spiccata proprietà di linguaggio tentano di descrivere un film che non portranno mai capire. Forse saranno competenti per quanto riguarda le tecniche cinematografiche, ma non hanno affatto compreso cosa vuol dire vivere come Iuri e Stella. Una vita fatta di droghe, rave, rapporti incestuosi, scrivono loro. Una vita piena di paura, incertezza, voglia di scappare ed estraniarsi da una realtà che fa schifo ma che comunque non puoi evitare, secondo me.
Stella è una ragazza divisa tra cosa è giusto fare e l'amore per il fratello. La situazione però la spinge ad andarsene, a fuggire verso un luogo nel quale potrà finalmente staccarsi da lui e dalle sue paranoie.
Iuri è.
Iuri è un ragazzo assurdo che ha mille paure e dubbi ontologici. Alleva zanzare, è nevrotico e riesce ad esprimere i suoi sentimenti solo con la rabbia, spaccando tutto. E' per questo che ha sempre le mani sporche di sangue. La sua paura più grande è morire, ma anche staccarsi da Stella. Per lui "la verità è una cosa da ubriachi". Il discorso finale di Iuri vale da solo tutto il film; è pura invettiva contro i poteri che assoggettano la gente, dalla Chiesa alle forze armate. Iuri se la prende in particolare con la violenza di queste, che sono brillantemente rappresentate come
guardie spaziali potentissime e scimmie impazzite con addosso una divisa.

I due ragazzi conducono una vita assurda, e si trovano in mezzo a cose allucinanti in una sola notte. Il film è pertanto definito "surreale" da molte recensioni. Pensandoci bene, però, io vedo in Stella e Iuri un sacco di persone che esistono realmente e vivono la loro vita in questo modo, al di là di quello che è giusto e conveniente fare, al di là dell' università, del lavoro, che passano il tempo a drogarsi soprattutto per vivere un'altra vita, per dimenticare anche solo per un attimo i casini che hanno, le loro paranoie e "dubbi ontologici". O anche solo per il puro gusto di perdere il senso delle cose. E questi avvenimenti assurdi, non capitano forse anche a tutti noi, in quelle serate nelle quali incontriamo gente irreale e ci ritroviamo a far cose che da lucidi definiremmo assurde? In conclusione, a me sembra che Sangue descriva in modo veritiero molti dei ragazzi che popolano questo mondo in questo particolare momento. Niente di più, niente di meno. Con l'aggiunta che è un film fatto bene, molto originale dal punto di vista della fotografia, del montaggio e della recitazione. La musica dei Giardini di Miro', poi, è splendida e accompagna alla perfezione gli stati d'animo dei protagonisti.
Le uniche note negative che mi sento di porre riguardano due battute molto scontate a mio parere, "La bellezza è negli occhi di chi la guarda"e "Per stare bene con gli altri devi prima stare bene con te stesso". Sono cose verissime, ma in un film diverso e che pretende di esserlo stonano decisamente. Allora preferisco pensare che la stonatura sia stata voluta appositamente dal regista, e in questo caso sottoscrivo la scelta.


"
Vuoi un consiglio? [...] Sai cosa? Devi cercare il bambino, il chiquitito che è dentro di te, cercalo con costanza e determinazione e quando lo incontri, quando lo trovi, prendilo e tagliali la gola, estrai la lingua e annodala attorno al suo piccolo collo a mo' di cravatta, e lascialo lì, riverso nel suo sangue. Solo così puoi liberarti della paura che ti porti dentro".

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