martedì, dicembre 02, 2008
Songs of my life #3 - Idioteque
Radiohead
2000
dall'album Kid A
Dopo due canzoni veramente storiche, eccone una che ho scoperto un po' più recentemente (beh in realtà mica tanto). Era il 2003, un mio "amico" mi fece un cd di canzoni miste che includeva una versione live di questa canzone. Idioteque mi toccò nel profondo, con il suo messaggio quasi apocalittico, il ritmo inquietante che ad un certo punto si fa più pulsante e quasi violento. Questa canzone è un capolavoro dell'elettronica, e dei Radiohead.
Discorso a parte infatti merita la Band. Al tempo conoscevo già alcune canzoni dei Radiohead, ma non avevo mai ascoltato un loro album intero. In realtà avrei iniziato ad ascoltarli seriamente solo 5 anni dopo, cioé quest'anno. Li ho sempre considerati un gruppo privo di interesse per me, quel tipo di musica "triste" che ascolta Saverio, insomma. Invece la mia curiosità mi ha portato anni dopo (il 2008 appunto) ad ascoltarli più attentamente, iniziando dai primi album, ovvero Pablo Honey e The Bends. E sono rimasta piacevolmente stupita dal fatto che mi potessero piacere così tanto. Beh ora li ascolto parecchio, e mi piace definirli come la mia svolta verso una musica un po' più "adulta", anche se preferisco di gran lunga i primi due album, quelli più rock, ai loro lavori più elettronici. Ciononostante, ritengo i Radiohead una delle migliori band di anni '90 e 2000.
"We're not scaremongering
this is really happening
happening"
(since 2003)
domenica, ottobre 26, 2008
Ottobre
Juno - Jason Reitman, 2007 (Oscar 2008 per miglior sceneggiatura originale).
Series:
One Tree Hill
Canzoni:
I've Got A Dark Alley And A Bad Idea That Says You Should Shut Your Mouth - Fall Out Boy
The Last Song - All-American Rejects
The Mixed Tape - Jack's Mannequin
Collide - Howie Day
Città:
Modena
Frase:
"And if you listen very hard
the tune will come to you at last
when all is one and one is all
to be a rock and not to roll"
venerdì, luglio 04, 2008
Songs of my life #2 - Good Riddance (Time of Your Life)
Good Riddance (Time of Your Life)
Green Day
1997
dall'album Nimrod
La seconda canzone (anche se meriterebbe il primo posto) è Time of your life dei Green Day. Ovvero, colei che è un giorno è diventata la mia canzone preferita. Avete presente quando decidete di fare una lista delle vostre canzoni preferite e proprio in quel momento dovete decidere quale mettere al primo posto? Io ho deciso di metterci questa canzone.
Perché:
1. Dura meno di 3 minuti, è breve, chiara e concisa;
2. Musicalmente è semplicissima: strofa, ritornello, strofa, ritornello. Chitarra e violino. E voce (nasale) di Billy Joe Armstrong.
3. Mi emoziona sempre ogni volta che la ascolto, anche 12 anni dopo.
(since 1997)
lunedì, giugno 30, 2008
Giugno
The Shawshank Redemption (Le ali della libertà) - Frank Darabont, 2004
The Rocky Horror Picture Show - Jim Sharman, 1975
School for scoundrels - Todd Phillips, 2006
Animal House - John Landis, 1978
Serie:
Damages
Personaggio:
Frank-n-Furter (The Rocky Horror Picture Show)
Canzone:
Pork and Beans - Weezer (nuova uscita)
Non è per sempre - Afterhours
Gruppo:
Queens of the Stone Age
Gogol Bordello
Città:
Parigi
Frase del mese:
"Per il resto, in tutto il mondo libero il premier e le altre cariche sono regolarmente processabili durante il mandato. Ma non accade quasi mai, perché chi è imputato non viene candidato; e chi viene imputato una volta eletto, si dimette. All'estero ci pensano prima, noi dopo. Prima il peccato, poi l'indulgenza plenaria. Vero, monsignore?"
Marco Travaglio, 27 giugno 2008, L'espresso
venerdì, giugno 13, 2008
Songs of my life #1 - London Calling
London Calling
The Clash
1979
dall'album London Calling
Un giorno, rovistando tra i vinili impolverati di babbo e zio, ho trovato questo disco. Facevo le medie, forse la terza. Forse avevo sentito parlare dei Clash ma non li avevo mai ascoltati. Però, un album nel cui titolo compariva la parola "London" non poteva certo lasciarmi indifferente. Infatti era già da un po' che avevo come sogno quello di andare a visitare la capitale inglese, sogno sicuramente influenzato dalla mia amica (Adele), che mi aveva già infettato con la sua passione per la lingua inglese, che poi è diventata mia passione e (speriamo) mio lavoro.
Ho acceso il piatto, le casse e altri due o tre bottoni, ho messo il disco nel piatto e ho puntato con la massima cura la puntina sulla prima traccia. E Joe Strummer & co. hanno iniziato a suonare...
London calling to the underworld, come out of the cupboard, you boys and girls
London calling, now don't look at us, phoney Beetlemania has bitten the dust.
London calling, see we ain't got no swing, 'cept for the ring that truncheon thing.
The ace age is coming, the sun's zooming in
Meltdown expected, the wheat is growing thin
Engines stop running, but I have no fear
Cause London is drowning and I live by the river"
(Da lì in poi a Londra ci sono andata circa 10 volte...)
(since 1997)
lunedì, giugno 09, 2008
Le regine dell'età della Pietra
Sabato ho deciso di andare a vedere i Queens of the Stone Age. Ovviamente il concerto ERA sabato. Quindi sono andata alla Fnac con l'ansia di non trovare i biglietti, ho fatto un po' di fila con suddetta ansia e ho comprato il biglietto, per la modica cifra di 29€. Mi sono rilassata e ho preso un cappuccino (cavoli, alla Fnac c'è il cappuccino migliore di Strasburgo...).
Ore 19:30 inizia la band di supporto, tali Warehouse, vestiti con camicette a scacchi tipicamente dawsonscreekkiane e il classico polsino nero che però non basta a fare rock. Infatti non sono niente di che.
Ore 20:30 iniziano i Queens of the Stone Age. Anche il loro cantante/chitarrista Josh Homme ha la camicia a scacchi. Ma è tutta un'altra storia. Nonostante la panzetta da bevitore e il taglio di capelli da tedesco anni '80, si muove da dio con quella epiphone nera. Lui è l'unico membro ad essere rimasto sin dalla formazione del gruppo, tutti gli altri se ne sono andati, o gli ha mandati via.
Poi c'è l'altro chitarrista, il fenomenale Troy Van Leuween, che cambia chitarra quasi ogni pezzo e assomiglia terribilmente a Severus Piton.
Sembra l'unico sano di mente lì in mezzo e suona da dio anche lui! Ex membro degli A perfect circle, ha suonato negli album di Depeche Mode, Korn e Linkin Park.
Il bassista, Michael Shuman, è bellissimo. Innanzitutto
ha un basso stupendo, quello della foto. Poi non sta un
attimo fermo e vaga di continuo per il palco agitando la sua chioma sudata. In più, è nato nel 1985 (...).
Il tastierista, tale Dean Fertita, aveva una simpatica maglietta a righe rosse e nere, sembrava tanto un incrocio tra Saverio, Emily the Strange e il cantante dei Baustelle.
Il batterista, Mr Joey Castillo, era proprio uno spettacolo. Entrato vestito dei suoi tatuaggi (aveva anche i pantaloni, però), non ha fatto altro che dimenarsi come un forsennato e assomigliava tanto ad un incrocio tra l'incredibile Hulk tatuato e il bassista.
Un post, questo, dedicato ad una band che conoscevo molto poco, ma che dal vivo dà il meglio di sè. Anche se conoscete solo "No one knows" (tattatatata tattatata), o "3's and 7's" perché ci giocate a Guitar Hero, la prossima volta che vengono a suonare più o meno vicino casa vostra e avete un po' di soldi, andateli a vedere. Non ve ne pentirete.
giovedì, giugno 05, 2008
Verità su di me
- Canto sempre anche se non sono proprio intonata, o meglio, non riesco a seguire la tonalità perché ne ho una tutta mia.Canto anche in bici e in motorino. Quando ho l'ipod nelle orecchie, invece, mi limito a fare il playback come quelle persone strane che incontrate in metropolitana (io sono una di loro).
- C'è una canzone che mi fa paura (Flash dei Queen) e una che mi fa puntualmente piangere (Dear Bobbie degli Yellowcard), quindi non l'ascolto mai in pubblico.
- Adoro le serie TV americane, di qualsiasi tipo.
- Odio i Griffin; Futurama mi fa più ridere dei Simpson anche se ritengo che questi siano intoccabili perché hanno fatto la storia.
- Sono completamente e irreversibilmente devota alla lingua inglese.
- Ho iniziato ad apprezzare anche il francese, però.
- Ho gusti discutibili e molto contrastanti, ma non me ne vergogno (non più di tanto).
- Non ho memoria per i film e i libri.
- Avrei sempre voluto diventare ingegnere, ma non potrei passare una vita nella matematica.
- Credo di appartenere più agli anni 90 che ai 2000.
- Non ho mai visto MacGiver fino ai 22 anni.
- Ho teorie personali su molte cose, ma solo io posso capirle.
- La mia forma fisica interessa più agli altri che a me.
- A tratti ho provato compassione per Severus Piton e Silente mi è stato un po' sul cazzo. Credo anche che il finale del settimo libro sia un'emerita stronzata.
- Farei colazione ad ogni pasto.
- Adoro Harry Potter e andare agli scout: so what?
- Adoro cucinare anche se nessuno crede che io lo sappia fare.
- Amo la gestione risorse: rinomino e sposto file di continuo.
- Non riesco ad essere imparziale ma da un po' ho imparato a vedere le situazioni da più punti di vista.
- Non mi piacciono le lasagne ma adoro fegato e cipolla.
- Amo indossare T-Shirt con stupidi giochi di parole.
- Odio abitare in campagna.
- La prima cosa che guardo in una persona sono le scarpe, e talvolta solo quelle.
- Faccio le cose sempre all'ultimo minuto e comunque non posso fare a meno di incastrare altre 20 cose nello stesso tempo.
- Adoro le citazioni.
- Sono idiosincratica, e da quando ho imparato ad usare questa parola, lo sono anche di più.
- A volte non riesco a sopportare il genere umano.
- Dico sempre quello che penso, altrimenti non dico niente.
- Vorrei studiare tutta la vita, non lavorare.
- Adoro il Giappone e credo che i Giapponesi siano tutti fuori di testa.
Cose che hanno detto di me:
- Saverio: "Il tuo ipod è eclettico" (per dire che c'è un'accozzaglia di roba diversa, che a lui non piace).
- Marilena: "Come sei moderna" (è vero).
Le cose alle quali sono addicted (scrivere dipendente mi fa brutto):
- internet (ma per fortuna non ce l'ho a casa);
- il riciclaggio (chiedete ai miei genitori);
- l'ipod;
- il cappuccino (in compagnia);
- le serie TV.
martedì, giugno 03, 2008
Maggio
Sangue - La morte non esiste - Libero de Rienzo, 2005
Requiem for a Dream - Darren Aronofsky, 2000
C'eravamo tanto amati - Ettore Scola, 1974
Serie:
Dexter (Season 1 & 2)
Libro:
L'étranger - Albert Camus
Personaggio:
Marco Travaglio
Canzone:
Black & Gold - Sam Sparro (nuova uscita)
...E allora mambo - Vinicio Capossela
Gruppo:
Radiohead
Frase del mese:
"Bosser tue" ("lavorare uccide" - l'ho visto scritto su una maglietta, che meraviglia!)
domenica, maggio 18, 2008
Sangue - La morte non esiste
Anno: 2005
Origine: Italia
Regia, Sceneggiatura,
Montaggio: Libero de Rienzo
Musiche: Giardini di Mirò
Interpreti: Elio Germano, Manuela Barilozzi,
Luca Lionello, LIbero de Rienzo
Produzione: Nitrofilm, Mikado, RaiCinema
Durata: 104 min.
Sangue - La morte non esiste è un insight in due giorni della vita di Stella e Iuri, due ragazzi poco più che ventenni, fratelli da parte di madre. Stella e Iuri hanno un rapporto molto complesso, che va al di là dell'incesto. Lui è dipendente da lei, e lei lo sa. Per questo ha dei fortissimi sensi di colpa quando viene accettata in una scuola di danza di New York. Al centro della prima parte, "Il racconto di Stella", c'è proprio questo strano rapporto, visto nella "giornata più lunga della mia vita", come dice la ragazza. E la giornata termina con un rave, nel quale Stella e Iuri litigano e poi si separano. Cominciano così un "viaggio" del tutto personale, al limite tra la realtà e il trip, che costituisce la seconda parte del film, "La paura di Juri". Lei incontra una specie di Guru, lui invece uno strano individuo spagnolo che segna il punto di svolta nella sua vita. Con poche parole, questo personaggio fa capire a Iuri che la sua più grande paura, quella di morire, è in realtà assurda perché quando sei morto non senti più niente. Nell'ultima parte del film succedono le cose più assurde, che non starò a raccontare perché vale la pena scoprirle a poco a poco guardando il film. E questo "epilogo tragicomico" è una scalata grottesca ma anche esilarante verso il climax finale, che lascia spiazzati e senza parole...
Il motivo che mi ha portato a scrivere la mia personalissima opinione su questo film sono le recensioni che ha ricevuto. Il primo film di Libero de Rienzo alla regia ha, infatti, ricevuto quasi esclusivamente critiche negative da parte del Morandini e dei maggiori siti del settore.
Il morandini, in particolare, descrive il film come "Tutto irrealistico, appoggiato al grottesco, all'assurdo, allo spreco (hashish, museo d'arte contemporanea, rave party, lunghe corse in motorino) con risvolti compiaciuti di taglio espressionista, è un esordio in bilico tra l'ambizioso e il velleitario nei suoi giovanili e ingenui intenti di provocazione, con superbia destinato agli amici e ai “felici pochi”. Non spiega, esibisce. Non disegna i personaggi, ruba gli attori e, in un certo senso, li violenta."
E ancora: "la troppa materia che il regista ci ha inserito, creando un’opera eccessivamente confusa, oltremodo ridondante e sovraccarica sia di contenuti, che quindi spesso appaiono come solo accennati ma non sviscerati a sufficienza, sia di linguaggio cinematografico la cui forse smodata variabilità visiva dona al film ancora più confusione e non pienezza espressiva.
(mymovies.it)
Allora io mi chiedo se hanno guardato lo stesso film che ho visto io. Molto più probabilmente si tratta di persone che con una spiccata proprietà di linguaggio tentano di descrivere un film che non portranno mai capire. Forse saranno competenti per quanto riguarda le tecniche cinematografiche, ma non hanno affatto compreso cosa vuol dire vivere come Iuri e Stella. Una vita fatta di droghe, rave, rapporti incestuosi, scrivono loro. Una vita piena di paura, incertezza, voglia di scappare ed estraniarsi da una realtà che fa schifo ma che comunque non puoi evitare, secondo me.
Stella è una ragazza divisa tra cosa è giusto fare e l'amore per il fratello. La situazione però la spinge ad andarsene, a fuggire verso un luogo nel quale potrà finalmente staccarsi da lui e dalle sue paranoie.
Iuri è.
Iuri è un ragazzo assurdo che ha mille paure e dubbi ontologici. Alleva zanzare, è nevrotico e riesce ad esprimere i suoi sentimenti solo con la rabbia, spaccando tutto. E' per questo che ha sempre le mani sporche di sangue. La sua paura più grande è morire, ma anche staccarsi da Stella. Per lui "la verità è una cosa da ubriachi". Il discorso finale di Iuri vale da solo tutto il film; è pura invettiva contro i poteri che assoggettano la gente, dalla Chiesa alle forze armate. Iuri se la prende in particolare con la violenza di queste, che sono brillantemente rappresentate come guardie spaziali potentissime e scimmie impazzite con addosso una divisa.
I due ragazzi conducono una vita assurda, e si trovano in mezzo a cose allucinanti in una sola notte. Il film è pertanto definito "surreale" da molte recensioni. Pensandoci bene, però, io vedo in Stella e Iuri un sacco di persone che esistono realmente e vivono la loro vita in questo modo, al di là di quello che è giusto e conveniente fare, al di là dell' università, del lavoro, che passano il tempo a drogarsi soprattutto per vivere un'altra vita, per dimenticare anche solo per un attimo i casini che hanno, le loro paranoie e "dubbi ontologici". O anche solo per il puro gusto di perdere il senso delle cose. E questi avvenimenti assurdi, non capitano forse anche a tutti noi, in quelle serate nelle quali incontriamo gente irreale e ci ritroviamo a far cose che da lucidi definiremmo assurde? In conclusione, a me sembra che Sangue descriva in modo veritiero molti dei ragazzi che popolano questo mondo in questo particolare momento. Niente di più, niente di meno. Con l'aggiunta che è un film fatto bene, molto originale dal punto di vista della fotografia, del montaggio e della recitazione. La musica dei Giardini di Miro', poi, è splendida e accompagna alla perfezione gli stati d'animo dei protagonisti.
Le uniche note negative che mi sento di porre riguardano due battute molto scontate a mio parere, "La bellezza è negli occhi di chi la guarda"e "Per stare bene con gli altri devi prima stare bene con te stesso". Sono cose verissime, ma in un film diverso e che pretende di esserlo stonano decisamente. Allora preferisco pensare che la stonatura sia stata voluta appositamente dal regista, e in questo caso sottoscrivo la scelta.
"Vuoi un consiglio? [...] Sai cosa? Devi cercare il bambino, il chiquitito che è dentro di te, cercalo con costanza e determinazione e quando lo incontri, quando lo trovi, prendilo e tagliali la gola, estrai la lingua e annodala attorno al suo piccolo collo a mo' di cravatta, e lascialo lì, riverso nel suo sangue. Solo così puoi liberarti della paura che ti porti dentro".
giovedì, maggio 15, 2008
Acronym Harassment - Resoconto di uno stage
Il luogo dove lavoro si trova nel vecchio campus dell'Università Louis Pasteur all'Esplanade, ovvero appena fuori dal centro storico di Strasburgo (il primo centro storico ad essere stato dichiarato partimonio dell'umanità dall'Unesco). Il mio ufficio, o meglio, l'amabile casetta ricoperta di edera sede dell Mission Culture Science et Technologie dell'ULP, è situato davanti al giardino botanico con l'osservatorio. Questa è la Maison du Jardin, ovvero la sede del mio ufficio:
Lo stage è presso l'ufficio di Savoir(s) en Commun - Rencontres Université-Société, ovvero una manifestazione di 3 settimane circa con tavole rotonde, conferenze, workshop su un argomento che interessa la comunità scientifica ma anche la società in generale. Ufficialmente dovrei fare una "veille" per loro, nel senso che devo cercare altri eventi simili a livello europeo.
(VEILLE = Intelligenza competitiva o Intelligenza Economica: insieme di attività sistematiche finalizzate a fornire al management informazioni sull'ambiente esterno all'impresa: mercato, clienti, concorrenti, trend, innovazioni, norme, leggi, ecc. Il fine dell'Intelligenza competitiva è di fornire informazioni adeguate a supportare i processi decisionali della dirigenza, relativamente alla competitività dell'impresa.) (Che non è tanto diverso dallo spionaggio industriale!)
Che tradotto in parole semplici vuol dire perdermi nel Web alla ricerca di qualcosa di molto vago. Leggi anche: il tipo mi ha trovato questa cosa da fare anche se non ne ha bisogno, quindi è una cosa INUTILE per l'ufficio e l'umanità intera. Diciamo che sono più utile quando vado agli scout...
Accanto a questa mansione entusiasmante (...) devo anche tradurre delle cose per l'Università di Strasburgo, cioé quella che nascerà a gennaio 2009 dalla fusione delle 3 università attuali. Che tradotto in parole semplici significa tradurre verso L'INGLESE TUTTO il sito (tranne qualcosa che è già stato tradotto da qualcun altro), più altri documenti su università, istituzioni, e-learning, varie ed eventuali, il tutto pieno di sigle e acronimi assurdi. Ovvero, una pratica che va estremamente contro l'etica e la deontologia del traduttore in quanto:
a. Non si traduce tra due lingue di cui neanche una è la propria lingua madre!
Tutto sommato, però, non mi posso lamentare perché, anche se ho un Mac che va più lento di un PC e si impalla ogni due per tre, ho i seguenti vantaggi:
1. tradurre mi diverte, è un lavoro di fantasia che mi permette di inventare nuove espressioni e neologismi, oltre che imparare parole realmente esistenti;
2. è un ottimo esercizio per il test di ingresso della specialistica in traduzione;
3. lavoro in un posto molto carino con colleghi tranquilli, ognuno si fa gli affari suoi e a dire il vero lavorano molto poco;
4. pranzo nel parco e mi sento un po' universitaria strasbourgeoise anche io;
5. posso fare minimo mezz'ora di rassegna stampa ogni mattina e ascoltare la radio mentre lavoro, anche mi rimane un po' difficile scrivere cose serie e soprattutto linguisticamente corrette con lo zoo di 105 nelle orecchie;
6. lavoro con un tipo che è potenzialmente un figo, è tornato dal ponte con la faccia sfregiata da un albero e fa seccare le noci nello sgabuzzo dell'ufficio!
7. suddetto personaggio non c'è mai e quindi spesso me ne vado prima o passo la mattinata a cazzeggiare.
Credo che questo sia il quadro generale, che dà una buona idea di cosa vuol dire essere stagiare (che suona meglio di stagista dopo il caso Lewinsky): o fare cose inutili o fare cose per cui gli altri verrebbero pagati ma le fai tu perché sei agratis.
.
Ecco il frutto della giornata lavorativa di ieri:
"Nella sua dichiarazione dei redditi il papa destina l'8 per mille a Chuck Norris"
A plus.
sabato, aprile 19, 2008
It's a lifetime commitment, recovering the satellites
Che enorme cazzata.
Una tesi di 50 pagine che non apporta nulla di nuovo alla ricerca, ma per la quale comunque ti rovini mesi di vita, sprechi litri di energia (sì, io la misuro a litri) e comprometti il fegato e quant'altro.
E poi, il dubbio paralizzante della scelta? Questo nessuno l'ha considerato.
Dover scegliere tra milioni di lauree triennali/specialistiche/master di primo livello/di secondo livello/tirocini etc., che comunque non valgono una laurea del vecchio ordinamento.
"L'ampiezza della domanda consente un'enorme libertà di scelta". Diciamo pure, consente di scegliere in quale prigione farsi rinchiudere. Perché in fondo le differenze sono minime, gli insegnamenti rimangono comunque vaghi e poco approfonditi. La ricerca è fuori questione. Il lavoro...boh? Chi può dirlo.
E allora l'unica cosa è andarsene, mettere in fuga il proprio cervello con la speranza che in un altro paese le nostre competenze siano riconosciute e magari anche utilizzate.
Ah, cara vecchia ingegneria!